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il brutto anatroccolo

 

11 novembre 1843
Andersen pubblica "Il brutto anatroccolo"

«Non importa che sia nato in un recinto d'anatre: l'importante è essere uscito da un uovo di cigno».
 

Autore di prosa e di teatro, pubblicò questa fiaba all’interno della raccolta "I nuovi racconti" (titolo originale danese "Nye Eventyr").
Ambientata nello scenario naturale della tenuta di campagna danese dell’autore, la storia del piccolo pennuto conquistò velocemente i lettori, e quello che ci troviamo è il vissuto personale dello stesso Andersen, discriminato dai suoi coetanei tanto per l'aspetto sgraziato quanto per il carattere sensibile ed emotivo.
Potremmo definire questa fiaba un racconto di formazione. Grande, goffo e dal piumaggio grigio, il giovane anatroccolo protagonista è diverso dai suoi fratelli e simili, che tale non mancano di farlo sentire, fino ad emarginarlo. La sua scelta è infine quella di allontanarsi ed andarsene. Dopo un difficile viaggio che lo vende costretto a fronteggiare da solo la durezza dell'inverno, fa il suo incontro catartico con uno stormo di cigni, scoprendo dal riflesso di uno stagno e con sua grande sorpresa di essere uno di loro.


La fiaba trasmette l’importante messaggio del valore intrinseco di ognuno di noi, che esiste a prescindere dai contesti sfortunati e infelici in cui non può emergere o non è riconosciuto.
L’Istituto Gabriele d’Annunzio pone molta attenzione alla formazione scolastica, facendo emergere valori e virtù personali di ogni singolo alunno, affidando a professori altamente professionali la sua crescita ed integrazione in ambito sociale ed educativo.